martedì 13 marzo 2018



 BES: BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

I bambini e i ragazzi possono avere difficoltà ad apprendere per un disturbo specifico, come effetto secondario ad altri tipi di difficoltà (ansia, disturbi linguistici, problemi emotivi) o a situazioni emotivamente stressanti, oppure, ancora, in seguito a difficoltà linguistiche in caso di recente immigrazione o di contesti socioculturali svantaggiati. Quest’ultima area è molto ampia ed è forse quella che più “preoccupa” gli insegnanti, data la complessità di molte situazioni che si presentano in classe e che hanno a che fare con lo svantaggio.


In ogni scuola ci sono bambini con esigenze specifiche e bisogni particolari, a cui la scuola risponde individuando strategie idonee alla caratteristiche di ognuno. Questi bambini si possono ricomprendere nel concetto di Bes (Bisogni Educativi Speciali), termine che indica quei bisogni e necessità che ogni bambino può incontrare durante il suo percorso scolastico, tutte quelle difficoltà che ne ostacolano o impediscono l’adeguato apprendimento e che quindi necessitano di un intervento specifico per poter essere compensate o risolte.

In tutte le situazioni con studenti con bisogni educativi speciali, il lavoro da sviluppare è frutto della cooperazione tra insegnanti curricolari e insegnanti per il sostegno, dove presenti. Ci sono situazioni che richiedono soluzioni intuitive facilmente percorribili, mentre in alcuni casi solo un buon lavoro di équipe consente di raggiungere risultati significativi. È importante definire un piano di lavoro che deve contenere le linee progettuali per l’anno scolastico in base alle indicazioni del Piano dell’offerta formativa e rappresenta gli intenti pedagogici ed educativi che verranno seguiti durante l’anno scolastico. È una traccia flessibile della progettazione che può essere modificata in base alle esigenze della sezione e degli studenti. Il piano di lavoro non può più essere inteso come esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi, bensì è uno strumento in cui si potranno includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita.


Una risorsa importante è costituita dai compagni, che devono supportare e aiutare lo studente in difficoltà e non percepirlo come un “privilegiato” se utilizza strumenti  compensativi e misure dispensative.




L’identificazione delle difficoltà e la rilevazione della presenza o meno di BES pone l’esigenza di avere strumenti adeguati e affidabili, proprio per salvaguardare l’unicità di ciascun bambino e ragazzo. Ognuno, infatti, apprende in modo differente, non rispettando i modi e tempi stabiliti o prefissati dell’adulto. Si mette al centro della riflessione linguistica il bambino o il ragazzo come persona unica, l’essere umano nella sua specificità e nelle sue interazioni con il contesto.


Secondo diversi studi gli alunni con bisogni educativi speciali sono in costante aumento, perché negli anni, l’attenzione sul problema è aumentata, si sono accesi, dunque, i riflettori su qualcosa che già esisteva ma che non era adeguatamente tutelato né indagato. Sono i docenti stessi, in modo autonomo, a proporre e a motivare l’identificazione di bisogni educativi speciali degli studenti sul base di considerazioni didattiche e pedagogiche. Le osservazioni degli insegnanti per l’individuazione degli alunno con BES si basa sul concetto di funzionamento educativo-apprenditivo presentato nel modello ICF dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.





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