martedì 2 ottobre 2018



LA FAME EMOTIVA: UN MITO?

Molto studi dimostrano come dietro un dimagrimento duraturo e solido ci sia un miglior rapporto con le emozioni.
La fame emotiva  e il correlato sovrappeso, può essere interpretata come una conseguenza allo stress e alla gestione emotiva dell’ansia oppure come una conseguenza dell’insicurezza e della rabbia.
Sotto stress ad esempio aumenta la voglia di sgranocchiare, mordere e aggredire il cibo. Davanti allo stress di oggi, infatti, il corpo reagisce come milioni di anni fa, come se l'emergenza mettesse sempre a repentaglio la sopravvivenza. Quindi non solo la tensione fa alzare i livelli di cortisolo, un ormone attivatore, ma blocca gran parte della lipolisi, invitando il corpo a trattenere i grassi.
L’ansia per il futuro e uno stato mentale rivolto al passato, invece, attivano la produzione di cortisolo; l'organismo interpreta la situazione “infelice” come potenzialmente pericolosa e si prepara accumulando scorte. Ci si nutre di più, le dosi di zucchero sono maggiori, l’accumulo di riserve di grado più intenso.
Il corpo “chiede” alimenti molto calorici e crea strati di grasso che lo proteggono anche quando una persona è molto insicura di sé o soffre. Se una persona è molto insicura di sé non vuole fare altro che crearsi un guscio. Una corazza che spesso è fisicamente rappresentata dal grasso che la persona è in grado di accumulare su di sé per “proteggersi” dal mondo esterno.
Anche mantenere sentimenti di rabbia e risentimento può  indurre il corpo a rispondere con un aumento di peso. Ruminare e accumulare la rabbia invece di parlarne è infatti uno dei motivi per cui il corpo reagisce aumentando di peso.





Come fare dunque a gestire queste emozioni, che si è visto essere una possibile causa della fame emotiva?

1. Il primo passo  è rafforzare la propria sicurezza e per questo un modo eccellente è quello di cambiare le espressioni negative con affermazioni positive. Ad esempio, se dite sempre “Non riesco mai a finire nulla”, iniziate a dire “Se voglio, posso finire qualsiasi cosa”. Il potere delle frasi affermative per migliorare il modo in cui ci si vede è molto più grande di quanto possiate immaginare.

2. La seconda cosa da fare è cercare di limitare la rabbia e il risentimento dalla propria vita. Ci sono molti modi per farlo, ma il modo migliore, a mio avviso,  è scrivere le lettere di rabbia. Quando  pensate a qualcosa che vi fa molto arrabbiare, prendete carta e penna, ricordate ciò che fa male e scrivetelo in prima persona, indirizzandolo all’evento, alla situazione, alla persona specifica che vi fa arrabbiare.
3. La terza cosa da fare è ridurre lo stress, per farlo è indispensabile  definire delle priorità, ritagliarsi del tempo per sé stessi, porsi dei limiti, imparare a delegare, chiedere aiuto.
4. La quarta cosa da fare è ridurre l’ansia, praticando esercizio fisico, alimentandosi correttamente, coltivando amicizie, smettendo di autocriticarvi, facendo le cose che vi piacciono.

Tornando alla fame emotiva, dunque, quando arriva il desiderio di mangiare troppo, fermatevi un attimo, sentite la sensazione che lo scatena: è rabbia, tristezza, rancore? Datele un nome. Percepitela con più attenzione: dove è più forte? Nella gola, nel petto, nella pancia, nelle mani? Infine provate  a domandarvi se avete voglia di continuare a mangiare.


Inoltre è importante:
tracciare su un diario dei momenti in cui la “fame” è soltanto dettata dalle emozioni.
• aumentare i livelli di serotonina nel corpo. L’ormone della felicità può essere attivato in molti modi: facendo un esercizio che vi piace, ascoltando musica o facendo sesso con il proprio partner.
ricordate il consiglio della nonna: “non mangiare quando sei triste”. Questa conoscenza popolare è molto vera: se siete angosciati, il cibo non cambierà la vostra sensazione. Al contrario: dopo aver mangiato ci si sentirà peggio.
ricordate che sapere come gestire le emozioni è un ottimo modo per perdere peso.

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